Il 30 gennaio 1948, a New Delhi, Mohandas Karamchand Gandhi moriva per mano di Nathuram Godse, un indu radicale che riteneva Gandhi responsabile dell’indebolimento dell’India a causa del pagamento del debito al Pakistan
Prima di sparare Godse si piegò in segno di reverenza di fronte a Gandhi. Dopo aver sparato cercò di confondersi tra la folla e di fuggire ma, quando si accorse di essere braccato e di rischiare il linciaggio, rallentò il passo permettendo alle forze dell’ordine di catturarlo.
Nel gennaio del 1949 cominciò il processo nei suoi confronti che si concluse l’8 novembre dello stesso anno con una condanna a morte. La sentenza viene eseguita una settimana dopo malgrado l’opposizione dei sostenitori di Gandhi.
Gandhi, la lezione che l’occidente ignora (di Federico Rampini)
Gandhi: cosa resta del mito? (da vedere su Repubblica.TV)
Ghanti e’ l’uomo piu’ straordinario che abbia mai conosciuto ed e’ per Me sempre stato un modello di vita Umana straordinaria, grazie a Dio della sua esistenza.
LOLEK
Sono nato otto anni dopo che il Mahatma veniva ucciso.Ma da che ne ho fatto la conoscenza postuma attraverso libri,film,studi personali per almeno quarantanni della mia vita,
la sua immagine è sempre viva in me e lo riconosco a pieno
titolo modello ineguaglaibile di santità,di amore totale per la
pace,per l’uomo fino al sacrificio di sè stessi.Nessuna religione
poteva imprigionarlo,perchè la divinità ,lo Spirito di Dio agiva in lui indipendentemente dal rito,dalla confessione e lo poneva al di sopra di ogni religione a fianco all’uomo che è
l’unica cosa che per Dio conti.
Al mio Mahatma in ricorrenza della sua morte
Alberto Barbieri