Il Babbo Natale vestito di rosso e con la barba bianca è un puro travisamento, un personaggio inventato. Peggio. Un personaggio da réclame. Sono stati infatti i pubblicitari della Coca Cola, all’inizio degli anni ’30, a creare l’immagine del vecchietto sulla slitta, per promuovere la bevanda nei mesi invernali. In particolare il celebre illustratore Haddon Sundblom: fu lui a porre la firma al primo disegno del moderno Santa Claus.
Si ritiene che il Babbo Natale moderno sia il risultato dell’unione di vari personaggi, con origini distinte, che sono col tempo confluiti in un’unica figura.
Il primo personaggio è San Nicola di Mira (più noto in Italia come San Nicola di Bari), un vescovo cristiano del IV secolo. Mira (o Myra) era una città della Licia, una provincia dell’Impero bizantino che corrisponde all’attuale Anatolia, in Turchia.
San Nicola divenne noto per le sue grandi elargizioni a favore dei poveri e, soprattutto, per aver fornito la dote alle tre figlie di un cristiano povero ma devoto, evitando così che fossero obbligate alla prostituzione.
Prima della conversione al cristianesimo, il folklore tedesco narrava che il dio Odino (Wodan) ogni anno tenesse una grande battuta di caccia nel periodo del solstizio invernale (Yule), accompagnato dagli altri dei e dai guerrieri caduti.

Odino l’errante
La tradizione voleva che i bambini lasciassero i propri stivali nei pressi del caminetto, riempiendoli di carote, paglia o zucchero per sfamare il cavallo volante del dio, Sleipnir. In cambio, Odino avrebbe sostituito il cibo con regali o dolciumi. Questa pratica è sopravvissuta in Belgio e Olanda anche in epoca cristiana, associata alla figura di San Nicola.
La tradizione germanica arrivò negli Stati Uniti attraverso le colonie olandesi di New Amsterdam e New York prima della conquista britannica del XVII secolo, ed è all’origine dell’abitudine moderna di appendere una calza al caminetto per Natale, simile per certi versi a quella diffusa in Italia il 5 gennaio all’arrivo della Befana.
Santa Claus ha origine da Sinterklaas, il nome olandese del personaggio fantastico derivato da San Nicola, che viene chiamato anche Sint Nicolaas; questo spiega anche l’esistenza di diverse varianti inglesi del nome (Santa Claus, Saint Nicholas, St. Nick).

Rappresentazione popolare di Babbo Natale che cavalca una capra, forse derivata dal Tomte svedese.
Gli abiti di Sinterklaas sono simili a quelli di un vescovo; porta una mitra (un copricapo liturgico) rossa con una croce dorata e si appoggia ad un pastorale. Il richiamo al vescovo di Mira è ancora evidente. Sinterklaas ha un cavallo bianco con il quale vola sui tetti; i suoi aiutanti scendono nei comignoli per lasciare i doni (in alcuni casi nelle scarpe dei bambini, lasciate vicino al caminetto); arriva in piroscafo dalla Spagna ed è accompagnato da Zwarte Piet.
Le strenne che vengono regalate in questa ricorrenza sono spesso accompagnate da poesie, talvolta molto semplici ed, in altri casi, elaborate ed ironiche ricostruzioni del comportamento di chi le riceve durante l’anno trascorso. I regali veri e propri, in qualche caso, sono addirittura meno importanti dei pacchetti in cui sono contenuti, di solito molto sgargianti ed elaborati; quelli più importanti, spesso, sono riservati al mattino seguente. Anche se la spinta commerciale verso il Natale è presente anche in Olanda, la distribuzione tradizionale dei regali viene compiuta da Sinterklaas il 6 dicembre.
Anche in altri paesi la figura di San Nicola ha subito gli adattamenti necessari per uniformarsi al folclore locale. Ad esempio, nei paesi nordici sopravvive ancora l’immagine pagana della capretta di Yule (in svedese julbock), che porta i regali la Vigilia di Natale, e le decorazioni natalizie costituite da caprette di paglia sono molto diffuse. In tempi più recenti, però, sia in Svezia che in Norvegia il portatore di doni viene identificato con Tomte o tomtenisse, un’altra creatura del folklore locale. In Finlandia, la capretta di Yule si chiama joulupukki.
La leggenda più famosa sulla vita del santo, ricordata anche nel Purgatorio di Dante (XX, 31-33), racconta di un nobiluomo caduto in disgrazia che si disperava per la sorte delle sue tre giovani figlie per le quali non aveva una dote disponibile. Nicola volle aiutare la famiglia e, per tre notti consecutive, gettò dentro la finestra del loro castello tre sacchi pieni di monete d’oro. La terza notte trovando chiuse tutte le finestre Nicola fu costretto ad arrampicarsi sul tetto per calare le monete giù dal comignolo. L’oro, cadendo, si infilò nelle calze delle fanciulle appese ad asciugare vicino al camino e, da allora in molti paesi è rimasta la tradizione di appendere calze la notte di Natale per ritrovarle la mattina dopo colme di doni.
Fonti:
IO ESISTO VERAMENTE E NON SONO UNA FAVOLA.
BUON NATALE.
IL VERO BABBO NATALE.
quale onore Babbo, ben passato di qui.
Today
Ogni favola ha sempre un fondo di verità. Sta al vero ricercatore scoprirne le origini. Un vero ricercatore non si lascia influenzare dagli usi o costumi e scava nel tempo. Io esisto da circa 2000 anni anche se nell’era moderna mi hanno usato per scopi commerciali e per, purtroppo, per altri scopi immorali.
IL VERO BABBO NATALE
tu non sei il vero Babbo Natale, il Vero Babbo Natale sta a Dueville!
io credo in te..ANCHE SE I REGALI LI RICEVO DAI MIEI GENITORI NN è DETTO KE NN ESISTA UN GRAN UOMO COME BABBO NATALE IN GRADO DI RENDERE FELICE TANTI BAMBINI..
POVERI KE NON HANNO NIENTE..CREDERE NELLA MAGIA E LO SPIRITO NATALIZIO è BELLISSIMO..UN NATALE SENZA SPIRITO NATALIZIO SAREBBE UN GIORNO QUALSIASI…
Rita,
dici bene, un Natale senza spiritualità non sarebbe un vero Natale. Il compito quindi del Vero babbo Natale è proprio quello di portare amore, conoscenza della nascita di Gesù e tanti doni ai bambini per festeggiare il compleanno di Gesù. E’ vero molti genitori collaborano con me, ma lo spirito è unico e ci unisce.
Paolo,
Il vero Babbo Natale ( io) vive al polo Nord dentro una montagna dove ha costruito la sua città della bontà. Ma a natale va in giro per il mondo e grazie ai suoi collaboratori, aiutanti, elfi, risce a far felici tanti bambini.
IL VERO BABBO NATALE
il vero babbo natale non userebbe mai internet e soprattutto non svelerebbe mai la sua identità.
Alex il vero babbo natale deve utilizzare tutti i mezzi a disposizione per raggiungere i suoi piccoli e meno piccoli amici. In quanto alla identità nessuno conosce ne il volto ne l’identità.
Io credo in Babbo Natale e la sua è una stupenda immagine: stivaloni, giacca ,cappello e pantaloni rossi.
Mio padre mi dice sempre che Babbo Natale è un prodotto importato dagli americani e che prima da noi i regali li portava la befana. Sarò ben lieto di comunicargli che, invece, è un personaggio misto tra favola e mitologia che discende dal nord Europa e, mi pare di capire, dalla Germania. Gli americani c’hanno messo solo il tocco di colore (rosso)……
io ci credo ma mia sorella non ci crede
Amici miei, tanti, tanti auguri di un Santo natale a voi e alle vostre famiglie. Io esisto, e come me, nel mondo, esistono altri collaboratori del vero babbo natale. Parlando a nome del Decano, Babbo Natale, quello vero, è un uomo come tanti altri che ha scelto si servire l’amore e di portare la gioia e aiutare i bambini poveri ed anche persone adulte che sono poveri di spirito. Il Natale quindi è l’evento più importante per tutta l’umanità e va festeggiato con gioia. Io ora vado in “vacanza” e con i miei collaboratori ci prepariamo per il prossimo dicembre. Comunque se volete vi segnalo il mio sito: http://www.ilverobabbonatale.in
Il sito del Decano: http://www.santaclausold.in
Il sito della fabbrica di Santa Claus: http://www.truesantaclausfactory.com
AUGURI A TUTTI VOI.
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io ci credo davvero a babbo natale
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