Nato nel 1798 in Trentino, terra di confine linguistico e culturale, il giovane Andrea Maffei viene in contatto a Monaco con il romanticismo tedesco, nuova linfa vitale per la moderna letteratura europea.
Si trasferisce a Milano, capitale della cultura italiana, dove entra nelle grazie di Vincenzo Monti ed entra a fa parte di quella corrente letteraria che prende il nome di scuola classicista. La sua elegante traduzione, in endecasillabi, degli Idyllen del poeta svizzero Salomon Gessner, piace sia ai conservatori che si riconoscono nel periodico filogovernativo “Biblioteca Italiana”, sia a Pietro Borsieri e Giovanni Berchet che ne “Il Conciliatore” seguono le nuove mode letterarie che vengono d’Oltralpe.
Buon conoscitore delle lingue straniere, traduce in italiano parecchi capolavori delle letterature germanica e anglosassone, Maffei traduce il teatro drammatico di Friedrich Schiller, considerato il maggiore interprete degli ideali morali e civili del Risorgimento, quindi opere di Byron. Traduce l’Otello e La Tempesta di Shakespeare e molte opere di Goethe, tra cui Faust.
Maffei Non è un traduttore scrupoloso e interpreta in modo errato molti passaggi poiché mira ad adattare il pensiero originale dell’autore al pubblico di lettori italiani.
Nel 1835, quando la fama di Andrea Maffei come raffinato traduttore è già consolidata, arriva a Milano il giovane Verdi in cerca di fortuna.
Da un anno i coniugi Andrea e Clara Maffei hanno aperto il celebre salotto, dove la mondanità si mescola ad una varietà di stimoli culturali di respiro internazionale, dalla letteratura alla musica, dalla pittura storica e romantica, che in Francesco Hayez trova il maggiore interprete, al melodramma.
Versatile, mediatore per istinto, Andrea Maffei sollecita la produzione artistica e suggerisce argomenti, orientando una affollata ribalta di giovani emergenti. L’intellettuale trentino così introduce Giuseppe Verdi nel mondo esclusivo che gravita intorno al suo salotto.
Nel 1845, su versi di Andrea Maffei, Verdi compone tre cantate. Sono di Maffei anche i versi patriottici e allusivi di alcune arie del Macbeth.
Fonte: F. Samaritani
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